
Coordinamento Regionale Lombardia
Da Conte a Draghi, per la scuola è sempre emergenza.
Sento in questo momento di dover dire due parole sulla chiusura degli Istituti scolastici. Parlare di contagi nelle scuole è fuorviante. Sarebbe meglio parlare di contagi tra gli studenti, perché rende meglio la realtà della situazione. Le scuole sembrano ambiti incontrollati solo perché si guarda ai numeri e non al contesto nel quale maturano. La scuola è l’unica struttura che permette di tracciare con certezza i contatti diretti. La cassiera del supermercato non potrà mai segnalare tutte le persone con le quali ha avuto un contatto stretto nelle 48 ore precedenti i sintomi o l’esito del tampone, e segnalerà solo un numero limitato di persone. La scuola prende gli elenchi dei compagni e dei docenti e li invia. Ecco perché a fronte di un alunno positivo viene messa in quarantena mediamente una trentina di persone, mentre la cassiera del supermercato (giuro, non ce l’ho con lei, massimo rispetto per tutti i rischi che corre) ne manderà sì e no una decina. Ergo, guardando i numeri sembra che nelle scuole vi sia il triplo di possibilità di ammalarsi. Va poi detto che, mediamente, il 95% dei quarantenati risulta poi essere NEGATIVO, segno che se si fanno rispettare le regole, le scuole non sono ambienti più pericolosi di tanti altri.
Dall’inizio dell’anno scolastico, a fronte di cinque casi di positività (in seguito a eventi estranei all’ambiente scolastico) ho dovuto mandare in quarantena preventiva circa un centinaio di soggetti tra alunni e docenti. Quanti di questi sono poi risultati positivi? UNO!!! A mio modesto avviso, almeno a livello di scuola superiore (che è stata la più tartassata), questo dato la dice lunga. Certo, per i bimbi si possono (e devono) fare altre considerazioni, ma questi sono quelli ai quali, è stato sempre concesso andare a scuola con regole meno severe; ciò suggerisce che sono le contraddizioni del sistema a ingigantire i problemi. In ogni caso, le scuole continuano a vivere l’indiscriminata condizione di vedersi coinvolte in un unico provvedimento indipendente dalla condizione reale. A fronte di scuole che hanno un’incidenza di positività vicina a zero, l’esistenza di Istituti meno virtuosi o meno fortunati determina la chiusura di tutte le scuole di un territorio. Mentre si va verso una valutazione zonale a livello di determinazione dei “colori”, le scuole restano un magma indistinto, nel quale il significato del verbo “discernere” resta oscuro.
Credo che, finché non ci sarà un’adeguata vaccinazione di massa, le soluzioni siano solo due: la disponibilità a essere responsabili nel rispetto delle misure di protezione e lo sviluppo delle cure domiciliari. Imporre restrizioni che appaiono sempre più arbitrarie sta generando l’effetto contrario a quanto auspicato; quando i reparti di terapia intensiva saranno vuoti, rischieremo di riempire quelli di neurologia.
Stefano PELIZZONI – Presidente Regionale Lombardia
